Di certo l’Italia ha bisogno che qualcuno si complimenti per quanto ha fatto e continua a fare per i migranti: l’accoglienza, infatti, è da primato, un “primato” che, però, nessuno in Europa vuole conquistare. Questi “complimenti” li ha esternati al premier Paolo Gentiloni il Macron/Pilato francese nel corso della sua visita romana con queste belle e significative parole:
L’Italia ha fatto un ottimo lavoro nel 2017, cui rendo omaggio, per ridurre la destabilizzazione causata dal fenomeno migratorio. Ha tutto il mio rispetto per il lavoro condotto”.
Un riconoscimento di grande spessore dei quali gli Italiani dovrebbero andare fieri. Non c’è che dire. E invece da dire c’è molto: il flusso dei migranti è ripartito alla grande, dopo il presunto ”calo” registrato nell’anno appena trascorso, così come, purtroppo, già in questo scorcio di inizio 2018 si sono dovute registrare le prime tragedie del mare, con oltre cento vittime finite nei fondali del Mediterraneo tra Libia e Sicilia. I “complimenti” non costano nulla, nel migliore dei casi sono soltanto un “atto simbolico” utile a mettere una “pezza” nel grosso buco dell’indifferenza verso una problematica che dovrebbe interessare tutti i Paesi europei, vero una “questione” che poco ha a che vedere con la solidarietà e il senso “umanitario”, ma che riguarda interessi che vanno oltre e che non si vogliono rendere noti. Qualcuno ci prova a spiegare le cose, ma non c’è cosa peggiore del finto sordo che non ha alcuna intenzione di sentire.
Noi segnaliamo un secondo libro sull’argomento (dopo “Immigrazione: tutto quello che dovremmo sapere”) a firma di Gian Carlo Blangiardo, Gianandrea Gaiani e Giuseppe Valditara, segnalato da “Analisi Difesa”. che mostra i lati “oscuri” di una vicenda alla quale è veramente difficile porre la parola “fine”.
S. B.
”Immigrazione la grande farsa umanitaria” scritto per Aracne da Gian Carlo Blangiardo, Gianandrea Gaiani e Giuseppe Valditara, integra e aggiorna il volume del dicembre 2016 con nuovi dati, riflessioni e analisi che non risparmiano la finta “svolta” dell’Italia che ha determinato un calo del 34% nei flussi migratori illegali dalla Libia (e marginalmente da Algeria e Tunisia) rispetto all’anno dei record, il 2016, con oltre 181 mila sbarcati, ma non certo la fine dei traffici illegali né dell’accoglienza indiscriminata a chiunque paghi criminali per attraversare il Mediterraneo: L’immigrazione è una delle questioni cruciali nel mondo sviluppato. Quali sono i rischi e quali sono i vantaggi, quali i problemi che suscita e quali i falsi miti ad essa collegati? Esiste un’immigrazione positiva e una negativa e sul modello dell’antica Roma viene proposta una distinzione fra un’immigrazione utile, che va incoraggiata, e una che rischia di disintegrare le nostre società, che pertanto va contrastata. Il volume, che affronta il problema con uno sguardo alla storia, un’attenzione alla demografia e una prospettiva strategica, non si occupa solo di dati spesso allarmanti, ma anche di fornire soluzioni per governare un fenomeno che sarà sempre più decisivo per il destino delle generazioni presenti e future.
La lotteria dei migranti
All’inizio di novembre 2017 la situazione è tuttavia nuovamente peggiorata proprio sul fronte libico: si è assistito infatti alla ripresa degli sbarchi di immigrati clandestini salpati dalla Libia con flussi provenienti in gran parte non più dalle coste vicine al confine tunisino, ma da quelle situate tra Tripoli e Misurata. Si sono così riaperti gli interrogativi circa l’efficacia delle misure adottate da Roma in accordo con il governo del premier libico riconosciuto, Fayez al-Sarraj, per contenere o “governare” i flussi dalla nostra ex colonia. Rispetto al 2016 i migranti illegali sbarcati nei primi 10 mesi del 2017 sono stati 111.397 contro 159.427, cioè il 30,1% in meno.
Le partenze dalle coste della Tripolitania Occidentale puntano a eludere le motovedette della Guardia Costiera libica addestrata, equipaggiata e finanziata dalla UE, ma soprattutto dall’Italia che però non rinuncia all’ambiguità nella lotta all’immigrazione illegale. Il sostegno alle attività della Guardia costiera libica, che riporta a Tripoli i migranti illegali intercettati in mare, ha dimostrato che la “rotta libica” può essere chiusa in tempi rapidissimi se venisse mantenuta un’iniziativa coerente mentre invece gli immigrati illegali diretti in Italia si sottopongono a una vera e propria lotteria. Se vengono intercettati dalle motovedette libiche, che tra l’estate e l’ottobre 2017 hanno bloccato e riportato a terra oltre 15 mila persone, sono poi condotti in centri di detenzione o in campi gestiti dall’Unhcr in attesa che l’Organizzazione internazionale delle migrazioni li rimpatri nei Paesi di origine, come sta avvenendo con il decollo regolare di voli dall’aeroporto di Mitiga a Tripoli.
Se invece i clandestini riescono a superare il tratto di mare pattugliato dai libici, vengono soccorsi dalle navi militari italiane o europee, oppure da quelle delle ONG, che li portano in Italia, dove potranno chiedere asilo o far perdere le proprie tracce nella certezza quasi totale di non venire effettivamente espulsi. Logica e coerenza vorrebbero che lo stop dell’Italia ai flussi clandestini fosse totale e quindi che anche i migranti soccorsi in mare dalle navi italiane e UE venissero riconsegnati alle autorità libiche bloccando l’accesso ai porti italiani a navi straniere, militari e delle ONG, che intendano sbarcarvi clandestini.
Non si comprende infatti perché Roma addestri e finanzi governo e Guardia costiera di Tripoli, affinché blocchino i flussi, quando sono le stesse navi italiane e UE a incentivare i traffici (e le morti in mare) continuando a trasferire i clandestini in Italia. Un’incongruenza che ridicolizza l’annunciata “svolta” di Roma sull’immigrazione illegale evidenziando un’ambiguità che sembra trovare una spiegazione solo negli interessi politici ed elettorali. l’accoglienza indiscriminata di chiunque abbia pagato criminali per giungere in Italia ha creato un profondo solco tra le forze del centro-sinistra e il loro elettorato. Un solco, confermato dall’esito delle elezioni amministrative parziali di giugno e da quelle regionali siciliane del novembre 2017.
Anche il governo Gentiloni non sembra aver voluto bloccare definitivamente (come sarebbe agevole fare con i respingimenti in mare in cooperazione con i libici) quei flussi che consentono da anni stanziamenti pubblici miliardari a favore delle lobby del soccorso e dell’accoglienza di ONG, cooperative ed enti cattolici. Organismi strettamente legati alla politica che costituiscono un bacino di voti di grande rilevanza soprattutto per il PD.
Il governo Gentiloni sembra avere quindi la doppia e antitetica esigenza di rallentare i flussi ma senza interromperli per non scontentare le diverse anime del suo elettorato. Del resto come la ragioni elettorali influiscano sulla gestione del fenomeno dell’immigrazione illegale è apparso chiaro anche nei primi giorni di novembre in cui gli sbarchi di oltre 2 mila migranti illegali da navi militari italiane, tedesche, spagnole e delle ONG sono stati dirottati dai soliti porti siciliani a quelli più distanti di Salerno, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone e Taranto. Una decisione legata al concomitante voto regionale siciliano.
”Immigrazione la grande farsa umanitaria”
pagine: 152
formato: 14 x 21
ISBN: 978-88-255-0966-3
data pubblicazione: Dicembre 2017
editore: Aracne
Euro 13